© Anna - righeblu ideeweekend
lunedì 28 maggio 2007
4 giorni a Ventotene - 3
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mercoledì 23 maggio 2007
4 giorni a Ventotene - 2
© Anna - righeblu ideeweekend
venerdì 18 maggio 2007
4 giorni a Ventotene -1
L'avventura inizia alle 6.00 di lunedì mattina quando, con altre 3 colleghe e 55 alunni, partiamo per Formia dove ci imbarchiamo alle 9.00. Ci aspetta Irene, la nostra "tutor - guida", gentilissima e validissima biologa che ci seguirà,con moltaprofessionalità, in tutte le fasi della nostra permanenza. Arriviamo dopo circa due ore di tranquilla navigazione e, dopo aver caricato i bagagli sul camioncino dell'albergo, ci avviamo a piedi, mentre già Irene ci spiega come si svolgerà la nostra giornata e ci fornisce alcune informazioni generali sull'isola.
porto nuovo
Ventotene è una graziosa, piccola isola dell'arcipelago Pontino, di origine vulcanica, presenta coste rocciose con poche spiagge di sabbia scura e acque limpide e cristalline, di un intenso colore blu. Le stradine del centro abitato sono strette e, per consentire il passaggio delle rare automobili, bisogna accostarsi alle pareti in fila indiana. Poco dopo arriviamo all'albergo e ci sistemiamo nelle camere per andare subito dopo a pranzo. I ragazzi sono elettrizzati: il viaggio non li ha stancati per nulla, inoltre qui ci sono gli spazi per potersi muovere e giocare a pallone.
porto romano
Al pomeriggio hanno la prima lezione teorica e quindi sono interessati, ma non vedono l'ora di entrare in acqua. Quando li portiamo a cala Rossano, dove ci sono le barche che useranno domani, riescono a fare il bagno, anche se l'acqua è fredda e ci sono le meduse.
cala Rossano
Con molta fatica riusciamo a farli uscire dall'acqua e tornare in albergo. Doccia, pallone, cena e poi a osservare le stelle dal campo sportivo. Irene è bravissima a spiegare e a mostrare loro i gruppi più importanti. Torniamo che sembrano stanchi, ma ci faranno stare sveglie fino quasi alle 2.00.
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sabato 12 maggio 2007
I luoghi dell’anima - Tramonti
Il luogo in assoluto al primo posto, nel mio brevissimo elenco del cuore, è “Tramonti”. Non è un paese, è solo una piccola frazione ed è lì che sono nata. Io, almeno a livello conscio, non mi riconosco pensieri di nostalgia verso il “paese natìo”, del resto ci sono rimasta solo fino all’età di 2 anni, eppure quando sono lì “sto bene”. Cosa c’è che mi piace così tanto non so dirlo neanche io. Tutto e niente. C’è un terreno che si affaccia sulla strada asfaltata e di certo non è bello, anzi! Ci sono piante che non vengono curate da tempo in modo regolare: prima se ne occupava mio padre che, in pensione, andava a passarci le sue giornate e a curare quelle piante che avevano per lui una storia (come del resto qualsiasi altra cosa in quel posto). Il terreno è costeggiato da una stradina sterrata che porta all’ingresso della casa e questa, nonostante sia abbandonata da tempo, rimane in piedi; anche il tetto riesce a rimanere al suo posto, ma chissà quanto ancora durerà? Riusciremo a deciderci prima o poi sulla sua sistemazione? Non so, intanto quando vado da mia madre in macchina, passo di là e, se posso, mi fermo un po’. Tiro fuori la sedia e mi siedo in uno dei due punti che, secondo me, sono bellissimi: uno è un gradino più giù del pozzo, sotto l’albero di fichi, l’altro al di sopra del pozzo, appena dopo le scalette, sotto l’ulivo, dove guardando attraverso gli alberi che si trovano più in basso, si vede tutta la campagna e la vista spazia lontano, lontano…. Anche solo 10 minuti mi ricaricano di energia positiva. Dico per dire, io non credo alle cavolate dell’energia negativa e positiva, comunque è così. In questo periodo dell’anno è ancora meglio: quando scendo lungo la stradina, l’ombra delle querce e i fiori bianchi e viola degli iris, ai lati, cominciano a darmi una sensazione di benessere che migliora appena arrivo alla piccola curva del muretto a secco: lassù, nel contenimento, ci sono erbe ed erbacce ma c’è anche una distesa stu-pen-da di pervinche! E qui sento proprio i lineamenti del viso che si distendono e gli occhi e la mente che gioiscono. Nemmeno il dispiacere che provo comunque, nell’andare via con il pensiero di qualcosa che va in rovina, riesce a cambiarmi per il resto della giornata.
Gli occhi e la mente rimangono così, pieni di “bellezza”, e la mia “anima” lo sente.
© Anna - righeblu ideeweekend
P.S.: chissà se anche altri hanno un proprio”luogo dell’anima”?
L’immagine è tratta dal sito www.sentierando.it
martedì 8 maggio 2007
Tre giorni a Venezia – 3
A Venezia lasciamo i bagagli in campo S. Maria Nova, in una casa collegata alla struttura di S. Erasmo, e ci avviamo verso Piazza S. Marco dove dobbiamo depositare gli zaini per entrare in basilica. Stupenda! I mosaici, i marmi, le statue catturano l’attenzione e l’ammirazione di tutti. I ragazzi, che si sono preparati a fare da guida approfondendo ciascuno un tema diverso, sono molto bravi e riescono a ricordare tutto, aiutati anche dalla prof. Te. Purtroppo la gran quantità di visitatori non rende sempre facile l’ascolto. Verso le 11.00, con la guida, iniziamo il tour degli itinerari segreti di Palazzo Ducale, attraverso ambienti ricchi di storia e di fascino: il sottotetto che sovrasta il grande salone, gli archivi segreti, la sala della tortura, la prigione di Casanova e, infine, attraversiamo il ponte dei sospiri. I ragazzi sono molto interessati e pongono domande alla guida che si congratula per l’interesse dimostrato. Terminata la visita ci dirigiamo verso i giardini per consumare il pranzo al sacco. Difficile trovare panchine vuote, è pieno di scolaresche!... in ogni caso riusciamo a sistemarci e a mangiare i nostri panini. Ripartiamo per recuperare i bagagli e prendere il vaporetto per la stazione di S. Lucia.
A bordo del vaporetto un nostro allievo si accorge di aver dimenticato lo zaino sul sedile dell’imbarcadero, ci sono merendine e regalini che aveva acquistato… è molto dispiaciuto! Con Te chiediamo di avvisare il personale dell’imbarcadero per recuperare lo zaino e farcelo avere alla Stazione ferroviaria col prossimo vaporetto. Ci sono problemi di comunicazione, ma otteniamo il numero telefonico dell’addetto e, appena arrivati telefoniamo e…. insomma, con la suspence da mission impossible, saliamo sul treno e MG, la nostra AEC, più giovane e agile, scende per andare a recuperare lo zaino dal vaporetto che arriva alle 15.24 e poi salire di corsa sul treno che partirà, in perfetto orario, alle 15,32. Missione compiuta! Zaino recuperato, partiamo tutti più sereni. Il viaggio si svolge in modo tranquillo e il treno arriva in perfetto orario. Consegna dei ragazzi ai genitori: il lavoro è finito!…sì, perché anche se l’etichetta del post è “vacanze”, in realtà si è trattato di lavoro ma, poiché tutto è andato per il meglio e io vedo le cose in senso positivo, posso usare, a cose finite, il termine “vacanza”!
© Anna - righeblu ideeweekend
mercoledì 2 maggio 2007
Tre giorni a Venezia – 2
bellissima isola con angoli davvero affascinanti, più tranquilla e meno affollata rispetto a Venezia. Visitiamo la fornace Formia dove possiamo osservare dall’esterno, attraverso grandi finestre aperte, il lavoro dei maestri vetrai. Il primo vetraio crea degli elementi per un lampadario e modella, ruota, soffia in maniera magistrale. Da un’altra finestra osserviamo la creazione di un cigno: sono modellati il corpo, la coda, le ali e, infine, il collo e il becco, con sicurezza. Passiamo poi ad ammirare gli oggetti esposti nella sala attigua dove i ragazzi cominciano a fare acquisti. Proseguiamo la visita dell’isola e arriviamo nel negozio-laboratorio di un maestro vetraio che crea oggetti meravigliosi, diversi da quelli che abbiamo visto finora: conchiglie, rametti di corallo, stelle marine, pulcini, partendo da bacchette di vetro colorate che modella a tavolino, fondendole su una fiamma. Torniamo a S. Erasmo per il pranzo. Nel pomeriggio abbiamo l’attività di educazione ambientale sulla laguna di Venezia. Un esperto introduce il tema con delle diapositive e, nonostante la lezione sia molto interessante, qualche ragazza ne approfitta per recuperare il sonno perduto. Segue un’escursione nell’isola, con lo stesso esperto che ci illustra la situazione ambientale della laguna riguardo alle acque, alla flora, alla fauna. Sulla spiaggia, in bassa marea, i ragazzi cercano e trovano diverse conchiglie che analizzano poi insieme all’esperto. Sono tutti molto interessati, anche se speravano di effettuare l’uscita con le biciclette che, però, non sono state ancora controllate dopo l’inverno e, a detta di Emanuele, non sono affidabili.
Al rientro i ragazzi sono soddisfatti, ma un po’ stanchi; basta però solo una doccia per tornare in forma. Dopo cena abbiamo programmato un’uscita serale per recarci in Piazza S. Marco.
L’esperienza serale in piazza è veramente inenarrabile per l’emozione che tutti noi proviamo di fronte a tanto splendore: la basilica e le luci intorno alla piazza, la musica delle orchestre che suonano davanti ai bar, creano un’atmosfera che è difficile descrivere con le parole.Giriamo, osserviamo, i ragazzi chiedono, spiegano ciò che hanno appreso, sono elettrizzati, rapiti da tanta bellezza. Al ritorno, sull’ultimo vaporetto, le luci della laguna li entusiasmano. Torniamo stanchi ma soddisfatti e, dopo aver sistemato sommariamente le valige, andiamo tutti a dormire.
© Anna - righeblu ideeweekend